Scenografia

Marco Ferrari con un drago di gommapiuma

Ciao Marco, parlaci un po’ di te.
Ma sai la mia è una storia abbastanza comune che si può condensare in questi dati sensibili principali: nato sulla sponda ovest del lago Maggiore a meno di 100 metri in linea d’aria dalla famosa “porta degli Elfi” sita ai piedi della rocca di Arona.
Ad appena 3 anni, 4 mesi, 2 giorni, 6 ore & 05 minuti viene rapito delle fate che lo rilasceranno soltanto all’età di 3 anni, 4 mesi, 2 giorni, 6 ore & 15 minuti insieme ad un sacchetto di monete d’oro e un biglietto: “scusate ci siamo sbagliate, riprendetevelo pure!”

In seguito testimoni oculari giurarono di aver visto affisso alla fatidica porta sopraccitata, un manifesto recante la fotografia di Marco e la dicitura: “Io non posso entrare!” Per via di ciò in seguito fu anche ospite di Martin Mistère.

Ogni tanto qualcuno giura di averlo incontrato mentre è all’opera con qualche stranissima scenografia fantasy, evidente segno che quei lunghi minuti nel regno fatato hanno profondamente segnato il suo essere, ma lui prontamente smentisce qualsiasi voce.

Come sei finito ad essere coinvolto con gli gnomi di caverna?
Ma guarda, cara interlocutrice, ė stato un po’ come trovarsi nel luogo sbagliato al momento sbagliato e non riuscire nemmeno a diventare un eroe. Mi ero appena costruito un nuovo costume da carota per poter partecipare a una festa in maschera, quando, nel tentativo di raggiungere il sito ludico mi sono perso ritrovandomi in mezzo a degli orti su per il Vergante.
Mentre procedevo a tastoni in quella notte, stranamente non tempestosa, mi sono sentito improvvisamente risucchiato sotto terra, ritrovandomi in uno strano cunicolo con degli strani esserini barbuti (che mi ricordavano stranamente un mio amico) che urlavano ed imprecavano alla mia vista. È praticamente da quel momento che collaboro con loro.

Devo dire che i primi tempi sono stati un po’ duri ma la situazione è decisamente migliorata da quando agli incontri non vengo più marcato come se fossi parte del loro territorio.

Marco, che cosa pensavi il pomeriggio che hai mostrato a Francesca come si lavora la gommapiuma? Eri conscio di quello che stavi facendo?
In effetti mi sento un po’ colpevole quando genero qualche mostro!
Come quella volta che ho insegnato a ballare a un mio amico e da lì a poco hanno chiuso tutte le discoteche della zona. Ora che ci penso hanno anche chiuso la ditta che forniva la gommapiuma ad Arona! Che tutto ciò sia collegato?! Sull’onda di questa nuova visione a questo punto potrei insegnare alla gente come inquinare!
Alla fine però sono sempre un po’ lacrime da coccodrillo, in quanto c’è sempre qualcuno che vuol sapere “come si fa a..” e penso che nei miei limiti darò sempre una risposta perché credo che il sapere vada condiviso in quanto diritto di tutti e non privilegio di pochi e questo vale in qualsiasi campo per qualsiasi argomento!


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