Il drago sconfitto da un cavaliere

San Giorgio non cavallerescoIl drago è sempre sconfitto quando lo vediamo nei quadri, nelle miniature e nelle statue. (I draghi vincenti non lasciano testimoni a raccontare o dipingere le loro avventure.)

Osservando attentamente i dettagli dei combattimenti tra uomini e draghi è possibile ricavarne informazioni utili per capire la biologia dei draghi. In un libro di preghiere del 1450 c’è una miniatura in cui san Giorgio sta per dare il colpo di grazia a un drago sconfitto.

Guardate la formazione a V degli uccelli nel cielo sopra il castello. Si tratta indiscutibilmente di migratori; hanno lunghe zampe, probabilmente sono gru. La stagione potrebbe essere primaverile o autunnale; propendo per primaverile perché la principessa ha un agnello al guinzaglio.
Il libro delle ore è stato miniato in Belgio, siamo quindi in Nord Europa e gli stormi di gru passano di lì durante il viaggio che dalla Spagna li porterà ai siti di cova in Russia.

Sappiamo quindi che è primavera e vediamo che il drago sconfitto non ha le ali, non ha quindi potuto migrare come le gru. Dobbiamo quindi supporre che abbia passato l’inverno il loco, probabilmente in letargo, e che il cavaliere abbia approfittato della sua debolezza. Un rettile appena risvegliatosi dal letargo ha movimenti e riflessi più lenti, è anche indebolito dalla denutrizione. L’agnello con la principessa è stato sicuramente usato come esca.

Il “prode” cavaliere non è più così valoroso come dicono le storie, ora che sappiamo che ha scelto accuratamente di andare a caccia nel momento in cui tutti i vantaggi erano dalla sua parte. Intelligente forse, prode di sicuro no. Un prode combatte alla pari, non quando lo sfidante è debilitato!

La posizione del drago

Drago sconfittoIl drago sconfitto giace sulla schiena, espone al nemico la parte più vulnerabile del suo corpo e tiene la coda rivolta verso il corpo. Questa è la tipica posa di sottomissione che assumono i cani dopo una lotta. Lo sconfitto si sdraia e si offre al vincitore, il quale accetta la resa e non infierisce oltre.
Lo stimolo visivo della resa è sufficiente a placare la bellicosità del vincitore, che si ritiene soddisfatto. In questo modo l’ostilità cessa ed entrambi possono allontanarsi e tornare alla propria vita senza danni.

Il fatto che i draghi assumano questa posizione ci dice che hanno sviluppato la capacità di risolvere i conflitti gerarchici in modo rituale e indolore. Hanno quindi una società organizzata per rango e dispongono di segnali per comunicare tra loro.

Nel caso di san Giorgio, invece, alla resa del drago segue la sua morte. Il cavaliere non sa (o non vuole) combattere in modo rituale, dimostrando la sua superiorità senza infliggere ferite mortali. Giorgio, dopo aver infilato lo spiedo in bocca al drago e averlo trapassato, non accetta la resa e si prepara a colpire da una posizione di vantaggio.

L’anatomia sbagliata di proposito

Il drago sconfitto ha caratteristiche anatomiche che fanno capire all’osservatore il suo sesso. Il drago ha attributi indubbiamente maschili e facilmente riconoscibili. Sono falsi.
I rettili non hanno genitali sporgenti dal corpo che rendano così immediato il loro riconoscimento. Sia i maschi che le femmine hanno una cloaca, un buco, da cui escono feci e urine. I maschi possono estroflettere un pene al momento dell’accoppiamento, ma generalmente lo tengono completamente al riparo all’interno del corpo. I testicoli sono interni e non sporgono. Pensate a un serpente che striscia per terra tutto il giorno, non avrebbe senso avere una appendice sporgente là sotto!

Infatti, per far capire che i serpenti-drago uccisi dai cavalieri per salvare le pulzelle in pericolo sono maschi (quindi implicitamente forti, cattivi e aggressivi), molti artisti li ritraggono con baffi e barba. Questi attributi, tipicamente maschili nella specie umana ma inesistenti tra i rettili, servivano solo a rendere più chiaro e leggibile il disegno o la scultura.

 

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