Il drago Vaia a Lavarone

drago Vaia di Marco Martalar

Il drago Vaia è stato il drago di legno più grande d’Europa. Lo è stato fino alla notte del 22 agosto 2023, quando è bruciato.

Il rogo, non si sa se doloso o colposo, è durato venti minuti e alla fine della scultura son rimaste solo ceneri.

Era una scultura effimera, fatta di pezzi di legno trovati nel bosco e che pian piano si sarebbe decomposta per tornare al bosco. Il legno morto era rinato e aveva assunto una nuova forma grazie alla maestria dello scultore Marco Martalar. Per costruirla erano serviti un mese di lavoro, 3mila viti e 2mila pezzi di legno.

Martalar ormai da qualche anno sta popolando le montagne di creature fantastiche fatte con legname di recupero. A Mezzaselva c’è un leone alato, anch’esso gigantesco, che ha rappresentato la fierezza dei Veneti alla Mostra del Cinema di Venezia del 2020. Martalar lo ha costruito usando 1500 pezzi di legno recuperati sia dall’Avez del Prinzep che dalle piante schiantate dalla tempesta Vaia.

L’Avez del Prinzep era l’abete bianco più alto d’Europa e si trovava nei boschi di Lavarone, vicino alla Malga Laghetto. Era alto 54 metri e visse circa 250 anni prima di schiantarsi durante un forte temporale nel novembre del 2017.
La tempesta Vaia, meteorologicamente parlando, fu un uragano. Dal 26 al 30 ottobre 2018 sulle Dolomiti e le Prealpi Venete soffiarono venti fortissimi e piovve a secchiate. Quando il maltempo si placò, al suolo c’erano 42 milioni di alberi abbattuti. 42 milioni. Il danno ambientale e paesaggistico fu enorme per le comunità che vivevano attorno e dentro quei boschi.

Uno dei modi per elaborare il lutto, rialzarsi e rinascere è stato attraverso l’arte. Il progetto Selvart era nato appena un anno prima di questi eventi con lo scopo di esporre opere d’arte naturali lungo un sentiero ad anello nel bosco di Mezzaselva di Roana. Ora ospita sculture realizzate con il legno recuperato dalle piante abbattute e ci potete vedere cervi, soffioni altissimi e ogni anno nuovi artisti da tutto il mondo vengono per arricchirlo con nuove opere.

Il drago Vaia si trovava a Lavarone, lo si poteva andare a vedere da vicino anche d’inverno, inforcando le ciaspole e seguendo le indicazioni dalla pista Tablat dall’Alpe Cimbra. Ora possiamo solo sperare che rinasca dalle sue ceneri, ancora una volta sopravvivendo alle avversità.

 
 
 

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