La dodicesima notte: tempo di fate oscure

fate e prodigi della dodicesima notteDurante la dodicesima notte dopo Natale (quella dell’Epifania) capita di vedere la caccia selvaggia. Un corteo di fate ed elfi oscuri cavalca nella notte, accompagnato da strepiti e grida. In tal caso, conviene chiudersi in casa e resistere alla tentazione di sbirciare fuori dalle finestre.

L’antico detto elfico “La cavalcata della Corte Oscura riempie il buio di paura” si riferisce proprio a questo fatto. È per questo che uno degli ultimi capitoli de I draghi dei Visconti, dove la corte di Milano cavalca fino al portale sotto il Lago Maggiore disfacendosi e assumendo sembianze spettrali lungo il percorso, ha questo titolo.

Nel libro Draghi randagi le fate rimaste dopo l’abbandono dei Nobili si riprendono la consuetudine di organizzare una caccia selvaggia per spaventare gli umani, fomentando la diceria. Gli uomini facevano baccano per scacciare le fate, le fate risposero facendone ancora di più. Avete presente le sfide tradizionali coi botti di capodanno? Ecco, vince chi spaventa di più.

Durante la dodicesima notte capita anche di sentir parlare gli animali. È successo ai dragonieri dei Visconti di assistere al dialogo tra Calcedonio e Azzone, subito dopo la battaglia sul fondo del Lago Maggiore, proprio la notte dell’Epifania.

Gennaio è il mese anticamente dedicato a Giano. Il dio delle porte è dotato di due volti, uno che guarda in avanti e uno rivolto all’indietro: è lui che presiede ai passaggi. Per questo il volto di Giano era scolpito sul portale che le fate usavano per passare dal nostro mondo al mondo dei sogni.

Gennaio, nel 1300 in cui sono ambientate le Cronache del Verbano Occidentale, non era ancora il primo mese dell’anno. Lo sarebbe diventato due secoli dopo, con l’introduzione del calendario gregoriano che avrebbe unificato i diversi capodanni europei.

Foto | Jeaniesing Trilling

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