FAQ sulle storie variabili



Spiegato a mia nonna:

Le storie variabili si possono comporre in base ai gusti del lettore: la trama resta fissa, alcune parti possono essere messe, tolte o sostituite. Volete saltare le descrizioni dei paesaggi o dei vestiti? Volete più dettagli splatter durante le battaglie? Adorate i lunghi monologhi interiori? Basta selezionare le opzioni di vostro gradimento e il testo si compone come lo preferite.

Un testo digitale non ha i vincoli della carta e può essere composto e modificato a piacimento.
Siamo abituati a chiedere modifiche a una pizza “con doppia mozzarella, senza capperi”, perché non farlo anche per un testo “con tante botte, senza turpiloquio”? Andiamo in pizzeria, invece di scongelare una pizza e metterla nel microonde, anche per poter correggere un prodotto in base ai nostri gusti. Possiamo fare lo stesso con un testo: adattarlo ai nostri gusti.
I vincoli del sistema produttivo industriale hanno reso impossibile quello che si faceva normalmente con i codici miniati “me lo faccia con questi salmi, grande così, decorato alla francese e borchiato in oro”. I nostri libri sono tutti uguali perché sono prodotti in serie, non fatti uno a uno su misura. Il digitale ci permette di recuperare flessibilità.

Come si può recensire un testo così variabile?
Ci sono due possibilità: l’autore può segnalare la sua composizione ideale e questo permette di continuare a valutare i testi variabili con gli stessi parametri dei testi fissi. Oppure diversi editor possono presentare la loro versione e addirittura i lettori stessi possono segnalare quale mix, a loro giudizio, renda l’opera più gradevole. Il contributo dei diversi attori del processo editoriale diventa riconoscibile, mentre quando leggiamo un libro editato col sistema attuale non possiamo sapere quali scelte siano state suggerite dall’editor, quali siano imposte dalla casa editrice e quali fossero le idee originali dell’autore.

Rischio di leggere la recensione di una cosa e comprarne un’altra?
No, compri sempre tutte le possibilità, compresa quella della recensione, e mantieni il diritto di modificare il testo nel tempo. Se dopodomani avrai voglia di una storia più strappalacrime, l’avrai. Immagina di acquistare un vestito con diversi accessori (cintura, cappello, scarpe, …) potrai decidere di indossarli tutti, o solo alcuni, a seconda dell’occasione. Non è difficile, inoltre siamo già abituati a vedere sulle riviste fotomodelle con vestiti taglia 38 e poi ne acquistiamo uno della nostra taglia ben sapendo che è diverso. Vogliamo che sia diverso. Vogliamo che ci stia bene addosso.

Come faccio a sapere se una parte mi piace o no prima di leggerla?
Non puoi saperlo. Non lo puoi sapere nemmeno con un testo normale. Con una storia variabile hai una possibilità di miglioramento che una storia fissa non ti offre. Farai allo stesso modo in cui decidi se aggiungere o no l’olio piccante sulla pizza. La prima volta ne provi un pezzetto, poi saprai che la produzione di quel pizzaiolo (quell’autore) la gradisci più o meno piccante.

Come si scrive un testo variabile?
Ogni brano va marcato a seconda della sua funzione. L’autore potrebbe iniziare scrivendo l’ossatura della sua storia, la parte assolutamente necessaria. Poi aggiunge pezzi etichettandoli in base alle categorie che ritiene utili ma non indispensabili, per esempio: “scene romantiche”, “descrizioni paesaggistiche”, “insulti gratuiti”, “schizzi di sangue”. Questi pezzi devono poter essere messi e tolti a discrezione del lettore e possono anche essere alternativi come “finale felice” e “finale tragico”. Adattare una storia scritta in modo classico potrebbe essere complicato dal fatto che una frase può contenere brani appartenenti a categorie diverse. Faticoso ma si può fare. Si può anche andare oltre: un editor può suggerire di tagliare tutte le scene non adatte al mercato delle nonne gattare, un altro potrebbe riconfezionare l’opera per venderla ai quarantenni con la passione per la liquerizia.

Come funziona un’antologia con le storie variabili?
La versione cartacea e l’e-book dei Penny Steampunk II sono “normali”, contengono quaranta racconti tradizionali di cui dodici sono anche variabili. Le storie variabili si modificano on line, sul sito www.gnomi.org.

Posso vedere un esempio?
Certo, leggi il racconto “la macchina da scrivere” e potrai ridurlo alle sole battute di dialogo, aggiungere le descrizioni dei gesti e dei personaggi e infine dare un tocco steampunk alla storia. Non far troppo caso al testo, consideralo un Lorem ipusm dolor.
Il racconto si basa su questi due fatti: la lotta legale per i diritti sulle opere della scimmia che si fa i selfie e i robot che partecipano ai concorsi letterari. Ovviamente Heinlein aveva già previsto tutto nel ’47 e scritto il processo in Jerry was a man.

Francesca D’Amato

I commenti sono chiusi.