Recensione di Raya e l’ultimo drago

Recensione di Raya e l'ultimo dragoRaya e l’ultimo drago è appena uscito. Attenzione, in questa recensione ci saranno SPOILER sul film!

La prima novità su Raya e l’ultimo drago riguarda proprio il drago, che sapevamo già essere un lung orientale e ora scopriamo essere una draghessa.

Le figure principali di questa storia sono tre ragazze: Raya come protagonista, Namaari come antagonista e Sisu come mentore. Tutte e tre hanno bisogno di un aiuto per completare la loro missione e salvare il mondo. Sisu a suo tempo è stata aiutata dai suoi fratelli, Raya dovrà riunire attorno a sé degli alleati.

Bello vedere che le nuove principesse non hanno bisogno di essere salvate da un principe e non si preoccupano dei vestiti per il ballo!

I Druun e la pietrificazione

battaglia finale contro i druunQuello che manca al mondo e che ne ha causato la rovina sono i sospetti e la sfiducia nel prossimo. I mostri che pietrificano sono proprio la rappresentazione fisica dell’inaridimento del cuore. Le persone trasformate in roccia assumono la posizione di chi offre qualcosa e suggeriscono fin dall’inizio la soluzione del problema.

Combatterli da soli non è possibile. Bisogna allearsi, aiutandosi e mettendo in comune le risorse e bisogna iniziare dal ricostruire i legami rotti.

Riguadagnare la fiducia persa dopo un tradimento non è facile e forse nel film manca proprio apposta la prova concreta dell’affidabilità di Namaari. Raya deve correre di nuovo il rischio di perdere tutto, altrimenti il suo gesto sarebbe un calcolo, una certezza solida, non un atto di fede e di speranza.  Non sarà infine Raya a salvare il mondo, ma Namaari, dopo aver ricevuto in dono la fiducia degli altri. L’accettare la fiducia che gli altri ripongono in lei, permetterà a Namaari di sciogliere i suoi ultimi dubbi, sacrificarsi e portare a termine la missione.

L’ambientazione asiatica

Offerta di un fiore alla statuaCome avevamo già detto prima dell’uscita di questo film di animazione dedicato ai draghi orientali, l’ambientazione nelle tradizioni del sud-est asiatico sono evidenti. I draghi sono benevoli, portano pioggia e quindi fertilità e benessere agli uomini. Si sacrificano con altruismo e, finalmente, capiamo anche che cosa sia la sfera che portano con sé.

Il tema ricorrente è il dono, visto sia come sacrificio personale che come gesto di apertura al dialogo e alla collaborazione. Chi viene pietrificato assume la posizione con le mani a coppa perché ha offerto la sua vita ed è pronto a ricevere i doni degli altri. Senza dono non c’è vita.

L’altro aspetto della cultura orientale che traspare dalla storia è la prevalenza del lavoro di squadra rispetto allo sforzo individuale. Verso la fine del film, quando i Druun invadono la fortezza di Namaari, le due ragazze perdono tempo a combattersi con rabbia mentre il resto della squadra si adopera per mettere in salvo quante più persone possibile. Il un film occidentale il protagonista avrebbe preso a cazzotti l’antagonista, lo avrebbe sconfitto e avrebbe salvato il mondo da solo. Qui no. Qui la scazzottata è mostrata come egoistica e l’anteporre lo sfogo della propria rabbia al bene comune è chiaramente un errore. La soluzione è collaborativa e richiede unione, armonia e fiducia, non sopraffazione fisica.

Il pelo dei draghi

La draghessa SisuSisu è coperta di pelliccia e ha dei bellissimi capelli con sfumature azzurre e lilla. La vediamo bene anche in forma umana, pronta a essere copiata dalle cosplay non appena ricominceranno le fiere del fumetto, ritrovo di appassionati.
Raya, nei primi momenti davanti al drago, si stupisce del pelo perché, giustamente, si aspetta che un drago sia coperto di squame. Sappiamo che Raya è una ragazza nerd a cui piacciono i draghi e sa come dovrebbero essere fatti. Infatti, allunga una mano, incredula, ed esclama meravigliata che il pelo è morbidissimo. Questo è un passaggio costruito apposta per vendere i peluche e vediamo continuare l’abitudine ormai consolidata di adeguare l’aspetto dei personaggi al merchandising. Era successo già con Elliott, il drago invisibile, che nell’ultima versione cinematografica era stato coperto di pelo verde. Hanno fatto la stessa scelta anche i disegnatori di Wish dragon, che è di pelo fucsia ma altrettanto morbido al tatto.

Nel complesso, Raya e l’ultimo drago è un buon film sui draghi!

 

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