Studio sulle patate mannare

Al mondo esistono molti animali mannari (lupi, gatti, tartarughe…) e pochissime piante. Fanno eccezione le patate mannare.

Tutto ebbe inizio con un lupo mannaro vegetariano che scavava buche nel terreno non per sotterrarvi ossa, ma per estrarne radici commestibili. D’inverno, quando le insalate e i fagioli scarseggiavano, il lupo mangiava cipolle, carote, patate e pastinache.

Un giorno in cui il lupo aveva il singhiozzo, dopo aver addentato una patata gli venne un sussulto e un pezzettino di patata gli cadde dalla bocca. Il pezzetto ricadde nella buca da cui l’aveva appena raccolta.

La patata era stata morsa da un lupo mannaro e quindi divenne mannara anch’essa. Le spuntarono i peli intorno al tubero e non se andarono più. Nelle notti di luna piena aumentava di misura e cominciò a far frusciare le sue foglie emettendo un suono che ricorda l’ululato. Probabilmente strangolava piccoli animali con le sue radici tuberose per saziare la sua sete di sangue. Da quel momento, le patate mannare iniziarono a tingere di viola ogni bminestra in cui venivano messe.
Ne stiamo coltivando alcuni esemplari per scoprire in quali altri modi si manifesti la loro essenza mannara. 

Ecco come sono nati i taros (Colocasia esculenta, a Cuba li chiamano malanga), tuberi pelosi che si mangiano bolliti come le patate. Non toccatevi gli occhi dopo averne maneggiato la polpa, perché la pianta si difende facendoveli bruciare.

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